La fibromialgia (FM) è una sindrome dolorosa cronica, di causa sconosciuta, caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso e da sintomi extrascheletrici a carico di numerosi organi e apparati. La prevalenza stimata, probabilmente per difetto, è di circa il 2% della popolazione generale; colpisce preferenzialmente soggetti di sesso femminile in età giovane/adulta. La fibromialgia è stata, ed è tuttora, una delle diagnosi più controverse. Il corteo sintomatologico caratteristico della fibromialgia si sovrappone con quello di numerose condizioni, creando una notevole sovrapposizione tra sindromi cliniche differenti. Oltre al dolore cronico, i pazienti fibromialgici riferiscono numerosi altri sintomi, tra cui i disturbi del sonno, la depressione e l’astenia sono i più frequenti. Nelle donne, i sintomi si intensificano in concomitanza con il ciclo mestruale, ma le variazioni di intensità possono riguardare anche momenti diversi della stessa giornata. I disturbi cognitivi includono: calo di concentrazione e di capacità di fissare la memoria breve, rallentamento dei gesti, incapacità di svolgere più compiti contemporaneamente, facile distraibilità, sensazione di confusione; nell’insieme questa condizione è stata definita “nebbia cognitiva”. Il trattamento della fibromialgia deve essere individualizzato sulle caratteristiche del singolo paziente e non può essere limitato all’utilizzo dei farmaci; solo con un approccio multidisciplinare che comprenda strategie terapeutiche farmacologiche e non farmacologiche, infatti, si ottengono i risultati migliori.
La paziente è stata invitata in visita ambulatoriale per parlare più specificamente del suo problema e per avviare il miglior iter diagnostico-terapeutico.
Tratto da “Rivista reumatologia” di Roberto Marcolongo, SIMGhttps://www.simg.it/documenti/rivista_reumatologia/pdf/2008/numero3.pdf